Impianti dentali

Parliamo di impianti dentali: sapete con precisione cosa sono e a cosa servono?

Spesso, parlando con i pazienti, mi rendo conto che la parola “impianti dentali” viene usata riferendola a cose diverse e molto spesso a sproposito. Questo è naturale in quanto, nella gran parte dei casi, il termine “impianti” viene utilizzato dalle persone per come lo hanno appreso da amici o parenti che gliene hanno parlato, oppure dalla pubblicità sui social o da una ricerca su Google.

L’impianto sembra sia il sacro Graal dell’odontoiatria, la soluzione definitiva di ogni problema, ma sapete che cos’è in realtà?
E’ l’ultima spiaggia; ciò significa che quando tutte le altre terapie odontoiatriche hanno fallito si ricorre agli impianti che, fortunatamente, rappresentano una terapia molto efficace ed affidabile.

Per quanto mi riguarda, la parola di cui si dovrebbe parlare di più in odontoiatria (e in generale in medicina) è “
prevenzione” ma questo apre una serie di questioni che non è il caso di affrontare in questa sede.

Inevitabilmente con tutte queste informazioni imprecise si crea una gran confusione tra perni, impianti fissi, impianti mobili, viti, bulloni e chi più ne ha più ne metta.

Lo scopo di questo post è fare chiarezza su
cosa si intende quando si parla di “impianti dentali”.

Il concetto è che l’impianto dentale è, a tutti gli effetti,
una radice artificiale che sostituisce le radici naturali dei denti quando queste vengono perse per svariati motivi.

In passato esistevano impianti di forme diverse, ma ad oggi gli impianti hanno praticamente tutti la forma di una vite rotonda con un diametro che va da 2 a 6 millimetri e una lunghezza che varia da 5 a 15 millimetri.

Queste viti sono costruite per la maggior parte in
titanio allo stato puro che, ad oggi, è ritenuto dalla letteratura scientifica il materiale migliore.

All’interno della vite, escludendo casi particolari, si trova una seconda filettatura che serve a fissare al di sopra dell’impianto, mediante una vite, le strutture che ci servono per ripristinare la masticazione del paziente e delle quali parleremo in un post futuro.

Questo impianto come viene inserito nell’osso del paziente?

Per farvi un’ idea immediata e facilmente comprensibile del procedimento facciamo un paragone irriverente ma efficace che uso spesso con i miei pazienti: inserire un impianto è come appendere un quadro al muro.

Con il trapano faccio un foro nel muro (l’osso), inserisco il tassello (l’impianto) poi inserisco la vite che sosterrà il quadro (il dente).

Continuando con questo paragone (un po’ grossolano, lo ammetto), più il muro (l’osso) è “buono” e più semplice è il lavoro e migliore il risultato. Se il muro (l’osso) è debole e friabile bisogna rifare bene l’intonaco (ricostruzione o rigenerazione ossea) prima di inserire la vite.

Spero di aver chiarito bene il concetto, ma state tranquilli,
il dentista non usa il “black and decker”.

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